La cultura aziendale di Pierluigi Lizza indaga le difficoltà relazionali in ambito aziendale, offrendo una panoramica dei pensieri e dei lavori di diversi studiosi del business management.
In questa uscita di Tra le righe dedicata al libro La cultura aziendale di Lizza facciamo una digressione sulla creatività, prima di tornare a occuparci direttamente di cultura e strategia. Infatti, creatività, cultura aziendale e strategia sono strettamente interconnesse, come vedremo in questo articolo.
Se desideri leggere (o rileggere) le puntate precedenti, le trovi qui:
- Parte uno. Che cos’è la “cultura aziendale?”
- Parte due. La cultura d’impresa: un mondo di persone e comunicazione
- Parte tre. La relazione tra cultura nazionale e cultura aziendale
LA CULTURA AZIENDALE, DI PIERLUIGI LIZZA (parte quattro): parliamo di creatività
L’autore definisce creatività la capacità di trovare soluzioni innovative a problemi, in quanto leva primaria per la produzione di nuove idee: questo è reso possibile guardando la realtà sotto prospettive diverse, anche inusuali, creando quindi una realtà differente.
La creatività si differenzia dal pensiero logico in quanto quest’ultimo mira allo sviluppo di modelli concettuali: comunque, i due pensieri sono necessari e utili l’uno per l’altro.
Creatività e logica: i due approcci complementari del pensiero verticale e pensiero laterale
Il pensiero verticale:
- È selettivo e si basa sulla logica “o-o”
- Mira a una meta, un obiettivo
- Esclude ciò che è irrilevante
- Segue le strade più probabili
- Produce rigide categorie e modelli
Il pensiero laterale:
- Si basa sulla presenza degli opposti e sulla logica “e-e”
- Crea la strada da percorrere
- È stimolante
- Accoglie il caso
- Segue i percorsi meno probabili
Possiamo quindi definire la creatività anche come la capacità di migliorarsi nonostante l’idea strategica di fondo. Per questo, possiamo legare la condizione di base dell’evoluzione proprio alla creatività; si crea un processo discontinuo e non lineare, che richiede un pensiero flessibile.
Abbiamo bisogno di creatività per crescere in un mondo competitivo
Il pensiero creativo riesce a pensare alla complessità, in quanto non è ingessato in schemi rigidi ma aperto alla contraddizione e all’incertezza. Non dobbiamo però pensare alla creatività come a un miscuglio di idee libere e confuse, ma piuttosto come a un corso d’acqua libero di scorrere verso una meta (che è il miglioramento aziendale).
In un mondo molto competitivo, usare la creatività è un valore aggiunto: questa capacità consente di generare nuove idee nella produzione, nel commercio e in ogni singolo settore; può toccare un aspetto imprenditoriale (che coinvolge l’azienda a 360 gradi), manageriale oppure operativo.
Questi tre aspetti non sono però da tenersi come valori separati, in quanto coinvolgono tutta la sua organizzazione nel suo complesso. L’azienda si sviluppa se viene fertilizzata da continue idee, sia in momenti di turbolenza che di calma, e il management ha una forte influenza nello stimolare la creatività nell’azienda.
Tecniche e metodologie per stimolare la creatività in azienda
Lo stupore misto all’assenza di preconcetti è sicuramente l’atteggiamento mentale più fertile per favorire nuove idee. La creatività ha sempre bisogno di un atteggiamento aperto, condito di:
- Entusiasmo e gusto
- Amore per la sfida
- Intuizione e ispirazione.
In termini più pratici, come possiamo stimolare la creatività in azienda?
Ecco qualche esempio:
- definendo con precisione il singolo problema
- puntando sull’autonomia nel superare le problematiche
- facendo leva sull’entusiasmo
- utilizzando il disordine per creare un nuovo ordine
Con riguardo alle tecniche e metodologie per stimolare la creatività, dobbiamo citare il brainstorming, il problem solving e il metodo dei sei cappelli.
Brainstorming: come generare idee innovative attraverso riunioni efficaci
Il brainstorming è molto utile per generare idee innovative; consiste in riunioni, opportunamente gestite, che spingono un gruppo alla ricerca di soluzioni. Le idee generate saranno poi sottoposte in un momento successivo ad analisi critica.
Nella fase iniziale del processo di brainstorming è indispensabile la sospensione del giudizio, in quanto questo approccio mira a produrre la maggior numero di idee.
Problem solving: l’approccio sistemico per risolvere problematiche complesse
Con il problem solving si punta alla risoluzione di problematiche complesse. La prima fase consiste nell’analisi precisa del problema, aspetto fondamentale in quanto, se non condiviso opportunamente, diventa spesso il motivo di divergenze. Definito quindi il problema si passa poi alla generazione delle idee, da cui si ricaverà la soluzione.
Il metodo dei sei cappelli: l’analisi in sei punti di pensiero
Il metodo dei sei cappelli, ideato da De Bono (Six thinking hats di Edward De Bono, 1985), parte dall’assunto che ogni problema presenta vari aspetti, ogniuno degno di analisi.
De Bono individua quindi sei punti di pensiero, che associa a sei cappelli. I cappelli, ognuno con un colore diverso, indicano il ruolo da recitare, consentendo di proporre idee o condividere considerazioni “interpretando” un determinato approccio al problema.
I cappelli sono:
- cappello bianco: ruolo neutro imparziale
- cappello rosso: suggerisce espressione delle proprie emozioni
- cappello nero: stimola le critiche
- cappello giallo: stimola idee positive
- cappello verde: indica nuove idee e creatività
- cappello blu: richiama all’organizzazione e al controllo
Durante la riunione, quando il conduttore (che indossa il cappello blu) chiede di indossare il cappello bianco, ognuno deve segnalare i dati oggettivi del problema. Il soggetto con il cappello blu scandisce i tempi e il percorso, indicando quando passare da una forma di pensiero all’altra e registrando le soluzioni proposte per trarre le conclusioni finali.
L’analogia: lo stimolo creativo delle associazioni casuali
L’ultima modalità di stimolo che citiamo oggi è forse anche la più semplice: si tratta dell’analogia che, se si vuole trovare una definizione, si propone che il problema venga risolto attraverso associazioni casuali, la cui fondatezza e logicità viene verificata solo ex post. Tale modalità è diametralmente opposta al pensiero verticale, in cui la ricerca della coerenza è fatta ex ante.
Pur essendo fecondo per l’analisi, il pensiero logico evidenzia tutti i suoi limiti nell’affrontare il problema:
La logica ha, per sua natura, l’esigenza di collaudare e controllare il pensiero in ogni sua fase. Invece, il pensiero laterale non richiede sempre la consequenzialità; quel che interessa è che la conclusione finale sia esatta. Pensare laterale significa calarsi nella palude e percorrerla fino a scoprire un sentiero naturale. Il bisogno di essere conseguenti in ogni momento e ad ogni suo stato è probabilmente il più grosso ostacolo alla scoperta di soluzioni nuove…
De Bono, Il pensiero laterale
La connessione tra cultura, strategia e creatività: una marcia in più per l’innovazione e la crescita
La cultura aziendale ha un ruolo fondamentale nel favorire l’espressione della creatività all’interno dell’azienda. Quando promuoviamo un ambiente aperto, inclusivo e incoraggiamo il pensiero laterale, le persone si sentiranno più a loro agio nel condividere idee e proporre soluzioni innovative.
La creatività, a sua volta, contribuisce alla strategia aziendale fornendo nuove prospettive e approcci per affrontare le sfide. È attraverso nuove idee che le aziende possono differenziarsi dai concorrenti, sviluppare prodotti e servizi innovativi e trovare nuove opportunità di business.
Creare una connessione efficace tra creatività, cultura e strategia in azienda ci consente di creare un ambiente fertile per l’innovazione, di identificare e sfruttare le opportunità e adattarci alle mutevoli condizioni del mercato: sono tre aspetti del fare impresa che svolgono un ruolo complementare e interconnesso, fornendo un vantaggio all’azienda che sa impiegarli in modo proficuo.
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